La Reggina ha perso contro la Juve Stabia. Lo ha fatto contro l’ennesimo suicidio e al cospetto di un avversario in panchina che non era uno come gli altri.
“Giocare contro la mia squadra – ha detto l’allenatore delle vespe ai microfoni di Radio Antenna Febea – non è mai una gara come tutte le altre. La settimana ha un sapore diverso, poi la partita inizia e per novanta minuti siamo avversari”.
Caserta, nativo di Melito Porto Salvo, ribadisce un concetto noto. Per lui una carriera importante fatta di squadre come Catania, Palermo e Atalanta, ma con un neo: ‘Ho un unico cruccio: quello di non aver mai potuto indossare la maglia dei miei idoli. Oggi i bambini pensano a Ronaldo e Messi, il mio idolo era Aglietti, senza pensare ai tempi della Serie A’
E sul futuro: ‘E’ un momento difficile, ma spero che una città come Reggio Calabria possa tornare in categorie che le competono’