“Non sono sotto contratto con nessuna squadra. Continuo a muovermi all’interno nel mondo del calcio: seguo il mondo giovanile, i tornei principali e tutto ciò che ruota attorno. Non penso a fare l’allenatore”
Lo ha detto ai microfoni di Radio Antenna Febea, l’ex direttore dell’area tecnica e storico capitano amaranto, Simone Giacchetta.
“Se la Reggina, nella scorsa estate, si fosse iscritta avrebbe potuto ambire ad un clamoroso ripescaggio in Serie B”.
“Quando una società – prosegue – non si iscrive è un fallimento per tutti quelli che hanno costruito la storia e ci lavorano dentro. La Reggina Calcio ha mantenuto l’affiliazione, quindi sta cercando di evitare il fallimento amministrativo. Mantenere il numero di matricola è una cosa importante”.
E c’è spazio per delle rivelazioni: “Tra quelli che devono avere soldi ci sono anche io. Ogni volta, per fare in modo si potesse iscrivere senza penalizzazioni, rinunciavamo a degli stipendi e siamo stati spiazzati dalla non iscrizione. I problemi della Reggina nascono da tre o quattro anni prima, non dalle ultime stagioni”.
“Già nel 2010 la situazione era problematica. Si veniva da un campionato di Serie B dove si era speso tantissimo. Io iniziavo ed ero entusiasta, erano problemi relativi. Ma si era perso un patrimonio economico e tecnico importante. Anche nel periodo di crisi siamo riusciti ad andare avanti tramite le cessioni dei vari Acerbi, Missiroli, Puggioni e Campagnacci in quella che poi si è rivelato un’agonia”.
E la sua posizione sull’Asd Reggio Calabra: “Io non patteggio per nessuno. La mia storia mi lega alla Reggina Calcio, al S.Agata e dal novembre del ’91 in Serie C1. Non la sento come la mia società e non fremo per sapere il loro risultato, ma auguro a loro il meglio. E’ un percorso nuovo, che può fare la storia del calcio reggino”.
“Sono orgoglioso di quello che ho vissuto in questa città. Mantengo la residenza – prosegue – e gli auguro il meglio”.