Ad un certo punto sembrava che il suo destino fosse lontano da Reggio Calabria. Nicola Bellomo aveva attorno lo stereotipo di calciatore indisciplinato, indolente e poco voglioso di andare a rincorrere l’avversario.
Una descrizione sufficiente a renderlo incompatibile col credo calcistico da sergente di ferro di Mimmo Toscano. Quando Taibi smentiva la possibilità potesse essere ceduto, c’era chi immaginava potesse essere una strategia.
I tifosi sarebbero stati forse pronti a mettersi di traverso, perché Bellomo è uno di quelli che i tifosi apprezzano più di tutti per il suo essere genio e sregolatezza.
E, perché, uno che esordisce in maglia amaranto, segnando un gol decisivo dopo il novantesimo merita forse una storia lunga in riva allo Stretto.
E non solo per questioni di cabala o riconoscenza. Si, perché pare Mimmo Toscano, vedendolo allenarsi, abbia scelto di stropicciarsi gli occhi, vedendo totalmente confutato quello stereotipo che anche a lui era arrivato come frutto di una narrazione ricevuta.
Infatti, non l’ha fatto muovere da Reggio. Scelta che, almeno inizialmente, cozzava maledettamente con la scelta di tenerlo spesso fuori o di impiegarlo come tappabuchi da seconda punta.
Bellomo, invece, si è ripreso il posto da trequartista, con tanto di cambio modulo scelto da Toscano. Gioca da dieci, ma in fase offensiva è un mediano puro. Il secondo gol contro il Rende, nato da un suo raddoppio con De Rose, ne é un esempio.
Messe da parte le opinioni, è anche il momento dei numeri. Tolto Corazza (13 gol e 3 assist, totale 16), nessuno riesce ad essere desicivo come lui. Quattro gol segnati in campionato, a cui si aggiungono i tre assist vincenti.
La produzione fa 7, la tessa di Reginaldo (7) ma il barese è avanti per il numero di gol fatti.
A ciò si aggiunge di essere, al momento, l’unico pericoloso su calcio piazzato.
Bellomo non è più un punto interrogativo e, adesso, oltre che per i suoi dribbling, i tifosi impazziscono anche per i recuperi difensivi.