Sono passati esattamente tre anni da quando Mimmo Praticò e i suoi soci provarono a iscrivere la nuova società in soprannumero alla Serie D con il nome As Reggina 1914. La richiesta venne respinta dalla Figc, poiché era ancora immatricolata la Reggina Calcio e nessun altra squadra avrebbe potuto avere lo stesso nome.
L’anno successivo, a differenza di quanto accade in altre città, il cambio della denominazione non fu automatico. La Reggina 1986 risultava sorprendentemente ancora affiliata e affinché potesse essere concesso il cambio di nome fu necessario giocare sul nome scegliendo “Urbs Sportiva Reggina” e ottenere il via libera dalla curatela fallimentare da cui nel frattempo erano stati affittati i beni immateriali, affinché la Figc desse il via libera.
Oggi quei beni immateriali della Reggina Calcio sono a disposizione di Antonio Girella, colui il quale si è aggiudicato l’intero bando del S.Agata. Avrà tutto in affitto per un anno.
Occorre fare chiarezza: la Reggina di Praticò ha un’identità che non può essere messa in discussione. E’ l’unica a rappresentare la prosecuzione ufficiale dell’ultracentenaria storia del calcio reggino (lo dicono anche le carte Figc) e nessun altra società può acquisire il nome in qualsiasi categoria. Tanto per fare un esempio: la Lega Pro monetizzava il minutaggio di Porcino (Cresciuto sotto la società di Lillo Foti) come se giocasse e fosse stato allevato dalla stessa società.
Il marchio a disposizione di Girella, eventualmente, può essere utilizzato unicamente per fini commerciali e non calcistici. Almeno tecnicamente potrebbe essere contestato il diritto alla “R” nell’attuale logo della Reggina 1914, ma si creerebbe un contenzioso quantomeno stucchevole per diversi motivi.
Il primo è che il logo della Reggina è cambiato più volte negli anni e non ha un valore così elevato da generare dispute. Il secondo è che il rapporto tra Girella e la Reggina è destinato a nascere sotto i migliori auspici, considerato che il progetto sembra vertere su tutt’altro.