di Pasquale De Marte – E’ un “derby play out” che regala un’illusione. Sarà un’estate rovente per entrambe e, paradossalmente, vincere potrebbe non servire a nulla se non dovessero essere trovate soluzioni societarie.
Trovata l’eventuale stabilità fuori dal campo, invece, regalerebbe la possibilità di giocare in Lega Pro anche a chi dovesse perdere.
Ma cambia poco: il derby è derby e in gioco c’è l’onore di due storiche rivali . Al diavolo carte bollate, timbri della Corte Federale e fideiussioni: per una settimana si tornerà a parlare unicamente di calcio
Di rettangolo verde, di colori e di passioni. Un privilegio per la Reggina di questa stagione e anche per un Messina che deve confrontarsi con la volontà del proprio patron di lasciare.
Regalare una gioia ai propri tifosi è l’ultima opportunità che le due squadre hanno per riscattare un’annata non all’altezza della tradizione e del blasone dei due club.
Sarà un derby condito da veleni, quelli di chi vede nella restituzione dei due punti, a quarantotto ore dagli spareggi, una sorta di artificio frutto orchestrato da poteri oscuri tesi a favorire la società amaranto.
Illazioni. Soprattutto se si considera la virulenza con la quale la mannaia della Procura Federale si è abbattuta su una società che, pur avendo i propri scheletri nell’armadio, aveva sicuramente più diritto a disputare i play out di un’altra che non aveva neanche i soldi per pagare la lavanderia e il pullman per la trasferta, ricordando come, sul campo e al netto delle penalizzazioni, la Reggina avesse fatto meglio.
Il campo. Il terreno di gioco più naturale che il calcio sembra aver quasi smarrito e che, invece, tornerà a parlare. Al Granillo prima e al San Filippo poi.
La scelta di giocare l’andata martedì 26 maggio alle 17 non convince. Migliaia di sostenitori saranno costretti a dare forfait al Granillo in un giorno feriale e in cui gli impegni lavorativi e professionali avranno la meglio. Poteva essere un evento quasi senza precedenti per la Lega Pro, invece è l’ennesima incompiuta per un campionato che non brilla per la capacità della propria macchina organizzativa e credibilità.
Sul campo la Reggina ha conquistato 33 punti punti, il Messina 34 di cui sei nel doppio confronto con gli amaranto. Una miseria se proiettati su 38 partite. I valori sembrano paragonabili e l’idea che sia una sorta di derby tra poveri (non solo per l’aspetto meramente economico) è tutt’altro che campata in area.
Lo spettacolo, come al solito, lo daranno le tifoserie. Almeno per loro la posta in palio è alta.