di Pasquale De Marte – La sala conferenze del Granillo tirata a lucido, il maxi schermo che proietta le immagini storiche più belle della centenaria storia amaranto e i vertici istituzionali della città in prima fila.
Non sembrava davvero di assistere a un incontro (clicca qui per l’approfondimento) organizzato da una squadra che, negli ultimi mesi, è riuscita a perdere contro Melfi, Savoia e Ischia.
La 102^ società in Italia. A sottolinearlo è stato lo stesso presidente Foti.
C’erano i presupposti perché fosse un momento in cui si sarebbero potuto dire cose importanti, ma in realtà la montagna ha partorito un topolino.
Dell’azionariato si sapeva da giorni e si trattava di un orizzonte prospettato già diversi mesi fa.
Un’iniziativa che, a livello popolare, difficilmente attecchirà visto il clima di sfiducia e delegittimazione che imperversa nella tifoseria e che potrebbe far gola a pochi imprenditori che hanno voglia di sostenere la Reggina , anche se l’investimento dovesse non avere un certo ritorno economico e fosse quasi disinteressato in ottica profitti.
Difficilmente, infatti, investire in una società che ha un piede in Serie D può assicurare guadagno.
L’unico business rappresentato da un eventuale e futuribile nuovo stadio è per ora soltanto un’idea, un progetto che, sebbene da almeno una parte si dica esistano già i presupposti, si fatica ad immaginare mentre la squadra sprofonda.
Non mancano le contraddizioni emerse: parlare di società forte e sana va a cozzare maledettamente con la successiva richiesta d’aiuto in virtù della mancanza di certezze e garanzie per il futuro, oltre che dei debiti per milioni di euro che la società si porterà sul groppone per un paio di lustri.
E quale resta l’unica vera dichiarazione del presidente Foti che interessa al tifoso? Il fatto che la squadra sarà sensibilmente rafforzata.
Resta da capire come e con quali risorse, soprattutto se non dovesse concretizzarsi un reale cambio della guardia in tema di leadership societaria.
Si pensa allo stadio futuristico nel nord della città, ma la realtà è che la Reggina rischia davvero di giocare a Gallico o a Catona, ma in trasferta e al “Lo Presti” contro la squadra allenata da Ivan Franceschini, sebbene anche per quest’ultima realtà la vetta si sia allontanata nel campionato di Eccellenza.
Ai quindicimila posti , ai cinquanta palchi palchi, alle trecento poltrone di ciò che potrebbe essere e forse sarà, ma ancora non è, si contrappongono impietosamente i 4 punti da recuperare sull’Aversa Normanna, i sette dal Savoia e i nove dall’Ischia.
Ci sarà un motivo se il presente fa più paura del futuro.