
“C’è bisogno di persone che siano consapevoli che abbiamo sulle spalle una città da portare alla salvezza. Chi c’è e chi ci sarà dovrà metterci anima, cuore e sudore. Solo così possiamo
raggiungere il nostro obiettivo, chi pensa di non correre o mettere da parte il cuore è meglio che non faccia parte di questo gruppo”.
Parla da capitano David Di Michele, a pochi giorni dal ritorno in campo della Reggina a Bari.
Gli amaranto sono davanti ad un Everest da scalare, ma solo arrivando in cima potranno mantenere la categoria.
Il numero dieci, dopo la rescissione di Colucci, è diventato la principale figura di esperienza e personalità all’interno dello spogliatoio.
“Dobbiamo farlo anche per noi stessi, dopo un girone d’andata pessimo che comunque – prosegue ai microfoni di Regginacalcio.com – ci lascia a sette punti dalla salvezza e bastano un paio di vittorie per essere lì. Se qualcuno non pensa di arrivare al 30 maggio con queste credenziali è meglio che stia fuori. Chi arriverà dovrà mettersi in coda e avere questa mentalità. Non ci servono elementi che hanno intenzione di svernare”.
“Dobbiamo aiutare – sottolinea Di Michele riguardo a Zanin – un allenatore che è bravo e che può darci una grossa mano. Ci ha detto che per farcela dobbiamo svegliarci e andare a dormire la sera con il nostr obiettivo in testa. Sta a noi fare in modo che i tifosi ritrovino la fiducia in noi per portarli dalla nostra parte.
“A Bari – conclude il capitano della Reggina – avremo una partita fondamentale. E’ la prima delle ventuno battaglie che ci aspettano. E’ uno scontro diretto contro una formazione che deve salvarsi. Dobbiamo andare lì ed essere bravi a non sbagliare l’approccio alla partita. Già sabato vedremo chi ha recepito il messaggio di ciò che dobbiamo dare in campo e chi no”.