di Valter Leone – È alla terza stagione al Rende, anche se la prima parentesi cominciò
a campionato in corso. Ha impiegato poco a diventarne leader e capitano: Adriano
Fiore, 35 anni da compiere il prossimo 26 novembre. Con la maglia biancorossa ha
collezionato 46 presenze e segnato 3 gol, ma quella che sta per cominciare potrebbere
rappresentare la svolta decisiva per il club di via Fratelli Bandiera. Il Rende è una
delle favorite, se non la favorità numero uno allla vittoria del prossimo campionato di
Serie D. “Per me – attacca Fiore – questo non significa nulla, nel senso che siete voi
giornalisti e gli addetti ai lavori a indicarci come favoriti. Io preferisco, sempre,
guardare in faccia la realtà: è sul campo che dobbiamo dimostrare di essere i più forti,
mettendoci impegno e sacrificio. Non sono i nomi che portano agli obiettivi ma la
determinazione con la quale ci si pone di raggiungerli. Certo – aggiunge il
centrocampista biancorosso –, veniamo da un secondo posto, la vera sopresa dello
scorso campionato. Il fatto che l’organico della passata stagione sia stato migliorato
dal punto di vista qualitativo e tecnico con gli innesti di Mosciaro e Crucitti, fa sì che
le attenzioni nei nostri confronti siano lievitate a dismisura”.
Se da una parte si esaltano le qualità dell’organico, dall’altra giungono anche attestati
più che positivi nei confronti della società. Che nei dilettanti non è poca cosa: un
vantaggio niente male per una squadra che punta a un campionato di vertice. “Credo
che la partita dei play off giocata a Taranto davanti a diecimila persone – sottolinea
Fiore – sia stato un giusto premio non solo per noi calciatori ma soprattutto per la
società. Qui è tutto alla perfezione: noi calciatori dobbiamo soltanto pensare al campo
e basta. Ecco perché ognuno di noi è spronato a dare sempre il cento per cento in
partita e durante gli allenamenti. Quanto sta facendo la società va sottolineato ed
esaltato”.
Nei primi anni Ottanta c’è stato un Rende che è rimasto nella storia e nella mente del
popolo biancorosso. E il capitano di quel Rende era Pasquale Fiore, papà di Adriano
il quale con la fascia al braccio chissà cosa darebbe per riportare quei colori nell’ex
serie C. “Sarebbe bellissimo. Sai – ricorda Adriano – io ero piccolo, però ancora oggi
mi fermano i tifosi che già allora viveno sugli spalti del Lorenzon e mi raccontano
delle gesta di quella squadra. Nella memoria è rimasta una squadra di cui tutti parlano
ancora oggi. Certo, io sono il capitano ma posso garantire che per i valori umani che
esprime questo gruppo, ognuno dei miei compagni potrebbe indossare quella fascia.
Anzi, più che compagni io li definisco amici, perché è questo che siamo e io sono
onorato di essere il loro capitano. E spero di lasciare il segno, assieme a loro”. Come
fece suo padre.